Questo esperimento di avanguardia artistica amplia l’offerta culturale di Roma e del suo hinterland e raggiunge una nuova dimensione internazionale con una pratica performativa transdisciplinare realizzata presso l’Istituto Italiano di Cultura a Parigi.
‘iosonovulnerabile’, curato da Sergio Mario Illuminato – è il titolo del progetto, che cattura l’anima e la fragilità dell’essere umano.
Il primo capitolo di questa ricerca si è svolta nel suggestivo contesto dell’ex Carcere Pontificio di Velletri, un luogo che per oltre trent’anni è rimasto dimenticato, ma che si è risvegliato come spazio dedicato all’arte e al dialogo. L’exCarcere Pontificio di Velletri, dismesso dal 1991, è stato scelto appositamente per questa esperienza. Qui, l’arte non è relegata alle classiche sale bianche di una galleria, ma si fonde con le pareti di pietra logorate e le sbarre che testimoniano il passato carcerario. Questo spazio mette in discussione il fruitore, suscitando un impatto emotivo e aprendo nuove possibilità di riflessione per le generazioni future. Questo sito, che un tempo rappresentava costrizione e sofferenza, è diventato un fertile terreno di creatività e riflessione, grazie all’impegno di un gruppo di artisti visionari.
Entrando in queste celle abbandonate, gli artisti hanno percepito un richiamo profondo, un invito a riscoprire e reinterpretare la memoria storica attraverso l’arte. Non si sono limitati a creare opere, ma hanno dato vita a veri e propri ‘Organismi Artistici Comunicanti’, entità vive e pulsanti che dialogano con il passato e il presente, con i materiali e le idee. Questo progetto non è solo un’esperienza estetica, ma un viaggio etico e intellettuale che ci costringe a confrontarci con la fragilità della condizione umana. Le crepe nei muri, le tracce lasciate dai detenuti, raccontano storie di sofferenza e resistenza che non possiamo ignorare. Gli artisti, come custodi della memoria, hanno esplorato queste rovine viventi, riportando alla luce ciò che rischiava di essere dimenticato per sempre.
Il secondo capitolo di questo viaggio in tre capitoli è realizzato in Francia, con una tappa di richiamo internazionale a Parigi.
L’arte qui abbraccia la vulnerabilità umana, un tema sempre più rilevante in un mondo che spesso sembra muoversi a una velocità frenetica. In un’epoca dominata dall’individualismo e dalla competizione, tendiamo a nascondere le nostre fragilità dietro facciate apparentemente forti. Ma in realtà, siamo tutti vulnerabili in modi unici. Esplorare questa vulnerabilità può essere una traversata difficile, ma anche una scoperta di noi stessi. Gli ‘Organismi-Artistici-Comunicanti’, come li chiama l’artista Sergio Mario Illuminato, curatore del progetto, esistono in uno stato di mutamento costante, incarnando la vulnerabilità umana e la ciclicità di morte, vita e rinascita. È proprio la mutazione e il deterioramento caratterizzano l’insieme di queste opere.
E infine, Roma. Il progetto si sposta nel suo terzo capitolo al Museo Storico di Villa Altieri, per completare un ciclo creativo. Dopo aver affrontato la sfida più ardua a Velletri, ed esplorato la vulnerabilità a Parigi in tutte le sue sfaccettature, si ritorna nel luogo primordiale della creazione: l’Atelier.
Qui, l’arte non è più una semplice rappresentazione, ma un processo, una pratica quotidiana di introspezione e trasformazione.
E così, ‘iosonovulnerabile’ si conclude, ma solo temporaneamente. Questo progetto, infatti, continuerà a evolversi e a crescere, portando con sé nuove esperienze e nuove riflessioni.
Credo che Roma, con la sua ricca eredità culturale, la diversità delle sue influenze e i suoi spazi unici al mondo sia perfettamente posizionata per accogliere e nutrire queste nuove avanguardie artistiche.