NO Manifesto

 

   VULNERARTE, la Realtà come materia prima 

Il rapporto o meglio la distanza dalla verità della realtà nell’arte contemporanea è oggi una delle chiavi per comprendere la situazione culturale, politica ed economica di un’umanità sull’orlo dell’estinzione. Tempi così dovrebbero produrre arte potente, cercare una scossa tremenda rispetto all’esistente. Viviamo invece un presente levigato che rifugge costantemente da ogni forma di dolore e che ha portato gradualmente ma inesorabilmente all’irrilevanza dell’arte, privandoci anche di qualunque possibilità di comprensione, di interpretazione e di contemplazione vera e autonoma.
L’Arte reclama i suoi diritti sulla vita con un agire implacabile che deve rompere radicalmente col passato. L’esperienza di quest’arte nel contemporaneo ri-guarda più la «VULNERABILITÀ» che la perfezione, proprio perché regnano regole sconosciute e che non vanno conosciute.
Vulnerarte è un’apertura primordiale verso l’Altro. Restituisce il leggibile all’illeggibile dal quale proviene. È una parte essenziale della nostra umanità che permette di connetterci con gli altri in modo profondo e significativo.
Vulnerarte ha un corpo – sottoposto al bisogno, all’urgenza, alla mortalità – che nel cadere cerca nuove possibilità e stabilisce contatti più autentici; con tutti gli errori, le incertezze, le sbavature, le imprecisioni che rivelano le emozioni, i sentimenti e le esperienze del cammino comune.
Aspetti fondamentali di Vulnerarte: indistinzione opera e non-opera; io e mondo; soggetto e oggetto (identificazione); autore e partecipante; figura e sfondo.
Vulnerarte sradica dal ruolo e dalla comfort zone artisti, partecipanti e spazio espositivo. La forma, lo stile non rispondono più del tutto all’artista, e come conseguenza l’opera come «CORPO-OLTRE-MATERIA» acquista sempre più autonomia. Il suo senso (i suoi sensi) non appartengono esclusivamente né all’artista, né al partecipante ma all’evento performativo nel suo complesso indeterminabile.
Superiamo l’aspetto dei dispositivi site-specific e site-sensitive per approdare al nuovo termine «SITE-COEXISTENCE», cioè il tentativo di creare non un confronto ma un dialogo tra più esistenze: quella dell’artista e della sua opera, dei partecipanti, alla luce dei luoghi espositivi; un’esperienza più incisiva, anche se limitata al tempo e allo spazio dell’evento performativo, per sperimentare pratiche creative relazionali che rivelino connessioni, affinità, sviluppi possibili.
Vulnerarte crea «TESSUTO-TRAMA-COSMICA» di «ORGANISMI-ARTISTICI-COMUNICANTI» come pezzi di esistenza a tutti gli effetti, in grado di entrare in relazione con l’artista, il partecipante, alla luce della pratica performativa transdisciplinare per superare le separazioni, le riduzioni, gli specialismi, le semplificazioni, le decontestualizzazioni, per un nuovo paradigma cognitivo.
In questo senso, la funzione dello spazio espositivo “separato” dalla vita è pressoché nulla e rappresenta anzi un ostacolo serio.
Vulnerarte fuoriesce dai recinti delle gallerie, dalle fiere, dai musei… evade dagli spazi anestetici pre-definiti che sono stati riservati oggi all’arte per tenerla ai margini e ri-entra a far parte del mondo, ri-aprendo le cattedrali contemporanee della vulnerabilità, soprattutto spazi disciplinari ibernati come ex carceri-ospedali-mattatoi-caserme-chiese-istituti-fabbriche-scuole… luoghi abbandonati nelle nostre metropoli in cui possiamo scoprire ciò che si nasconde dietro-al-mondo-in-funzione e ri-connettersi al presente.
Vulnerarte evade da nicchie e bolle configurate attorno a gusti pre-determinati ed eterodiretti e che dunque sono quanto più lontano possibile dall’ignoto, dallo sconosciuto: dal nuovo.
Vulnerarte è l’evento performativo in cui le emozioni, articolate all’interno e grazie agli Organismi Artistici Comunicanti, agendo un’«ETICA-NOMADE» e un’«ESTETICA-DELLA-CONVERGENZA» basata sui meccanismi creativi delle Rovine, iniziano a presentarsi come esperienze «SITE-COEXISTENCE» perseguibili: vale a dire, pensieri agibili resilienti, in grado di slacciare l’azione e avere di nuovo una chance di poter cambiare le cose.
Il Movimento persegue una pratica performativa transdisciplinare costituita dall’integrazione delle risorse espressive della pittura, della scultura, della danza, della musica, della fotografia, del cinema, del teatro, dell’editoria…
Vulnerarte è l’arte del presente e del futuro, è l’arte del mondo.

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