LEGGI IL TESTO CRITICO Arte è amare l’Errore di Roberta Melasecca
SCORRI IN BASSO per esplorare una breve introduzione a ciascun dispositivo artistico di pittura-scultura creato da Sergio Mario Illuminato
MILIEU
(286x184x05) foglie d’oro, pigmenti organici su tela con intonaci
e contatore elettrico d’inizio secolo
Il dispositivo artistico ‘Milieu’ presenta una composizione stratificata in cui materiali naturali e industriali dialogano. A sinistra, una bolla dorata si staglia su uno sfondo scuro e opaco, in contrasto con la sezione destra, più luminosa e frammentata. Questa dualità crea una tensione tra due mondi: uno chiuso e enigmatico, simboleggiato dalla bolla dorata, e uno aperto e caotico, fatto di frammenti di intonaco chiari e pigmenti organici, che evocano rottura e rinnovamento. Il contatore elettrico d’inizio secolo, posizionato tra i frammenti, diventa simbolo di temporalità e memoria, come se registrasse il passaggio del tempo e le storie accumulate. La disposizione dei materiali e la loro eterogeneità costruiscono un “milieu” – un contesto che raccoglie tracce di storia, vita e trasformazione. La bolla dorata rappresenta stabilità e valore in un paesaggio mutevole e complesso. Le texture contrastanti e la gamma cromatica, dall’oro al grigio e al viola, creano una profondità visiva che invita a riflettere sulla percezione di spazio e tempo. ‘Milieu’ esplora la relazione tra l’uomo e il suo ambiente, intrecciando elementi naturali e industriali, passato e presente, in un ecosistema visivo che riflette la complessità dell’esperienza umana.
FLOEMA
(80x100x05) pigmenti organici su tela bruciati
Osservando ‘Floema’, emerge una struttura complessa con una texture che richiama superfici organiche, come corteccia o tessuto attraversato dal tempo. Sottili linee verticali suggeriscono un movimento verso il basso, evocando il flusso della linfa vitale che nutre e connette ogni parte della pianta. Le tonalità terrose e le sfumature scure rimandano alla naturalezza e alla decadenza della materia, quasi come se la tela stessa fosse un organismo in trasformazione. Ombre e luci soffuse conferiscono profondità e mistero, richiamando l’essenza del “floema” come connessione vitale nascosta. ‘Floema’ sembra enfatizzare una dualità: da un lato, la forza vitale che il floema rappresenta; dall’altro, la vulnerabilità della materia organica segnata dal tempo. Questo dispositivo artistico appare come un’ode alla fragilità e alla resistenza, ricordando che, anche nelle condizioni più difficili, esiste un flusso invisibile che mantiene viva la connessione tra gli elementi.
SILENZIO ESAUSTO DA COTTURA
(80x100x05) estratto da ferro ossidato vivo depositato naturalmente su tela
Osservando ‘Silenzio esausto da cottura’, emerge una texture che richiama superfici consumate e segnate dal tempo, come se fossero state sottoposte a un processo lungo e intenso. Le sfumature brune e i toni fumosi trattengono il calore residuo di una trasformazione ormai conclusa, dove ogni strato di colore racconta il passaggio di tempo e materia. Il titolo evoca un “silenzio esausto”, come se l’opera stessa fosse il risultato di un processo di cambiamento profondo e irreversibile. I segni irregolari, la grana ruvida e i toni spenti suggeriscono un’energia sopita, trasmettendo una pace malinconica che nasce dall’esaurimento di un ciclo. La “cottura” diventa qui metafora di esperienze consumate, che lasciano una quiete densa di memoria e vissuto.
CATTIVO INFINITO
(70x100x05) pigmenti organici su tela
In ‘Cattivo infinito’, il titolo richiama l’idea di un ciclo senza fine, una persistenza irrisolta e opprimente. Il termine “cattivo” suggerisce una tensione crescente che impedisce una conclusione serena, rendendo l’infinito soffocante piuttosto che liberatorio. I toni blu e le aree sovrapposte in modo caotico richiamano disordine e frammentazione, con strati di blu e ocra in continuo scontro, come forze contrapposte che non trovano mai equilibrio. Le zone più scure, quasi cancellate, creano un senso di profondità infinita, un alternarsi tra visibile e invisibile, chiarezza e oscurità. La composizione rappresenta una tensione interiore, un ciclo emotivo che si ripete senza risolversi, lasciando l’osservatore sospeso tra attrazione e inquietudine.
METAMORFOSI
(70x100x05) pigmenti organici su tela
In ‘Metamorfosi’, si percepisce un’energia in mutamento continuo, resa attraverso un amalgama di blu intensi, verde acqua e tocchi di giallo dorato che emergono delicatamente dalla superficie. La combinazione cromatica evoca fluidità, come se la materia fosse in transizione, pronta a trasformarsi. I toni caldi che emergono dal blu suggeriscono potenziale rigenerativo, mentre la texture stratificata dà l’impressione di un’evoluzione in atto, con tracce di fasi passate che si fondono nel presente. Le zone luminose affiorano dallo sfondo, simbolo di una metamorfosi interiore che emerge lentamente. Il dispositivo artistico riflette la tensione tra stabilità e mutamento: i colori freddi stabilizzano, mentre i dettagli dorati esprimono un’energia che infrange l’equilibrio, spingendo il cambiamento. ‘Metamorfosi’ invita a guardare oltre l’apparenza e a riconoscere il potenziale nascosto, accettando il cambiamento come essenza vitale.
DIVIETO DI FISSIONE
(70x120x05) pigmenti metallici e albume di uovo su tela
In ‘Divieto di fissione’, il titolo evoca un limite, un divieto alla scissione di un’unità. La “fissione”, qui bloccata, richiama l’idea di una divisione energetica, tipica della fisica nucleare, ma il processo è arrestato, come se una forza misteriosa e integra dovesse restare indivisa. I toni verdi e terrosi rimandano alla corrosione e alla patina del tempo, conferendo all’opera un aspetto consumato, quasi deteriorato da una forza che ha agito continuamente. Al centro, una sorta di etichetta o marchio crea un punto di contrasto, simile a un segnale di avvertimento, un confine da non oltrepassare. La texture ruvida e l’uso dei colori suggeriscono un’integrità forzata, una resistenza alla frammentazione. ‘Divieto di fissione’ riflette così il desiderio di preservare un nucleo essenziale, un’identità che si oppone alla separazione e all’usura.
ENANTIODROMIA
(70x100x05) pigmenti metallici e organici su tela
‘
Enantiodromia’ è un termine che deriva dalla filosofia di Eraclito e, successivamente, dalla psicologia di Carl Jung. Si riferisce alla tendenza delle cose a trasformarsi nel loro opposto, un fenomeno di equilibrio dinamico in cui un eccesso in una direzione inevitabilmente conduce al suo contrario, dando vita a un ciclo perpetuo di mutamento. Il dispositivo artistico si sviluppa attraverso una stratificazione di colori verdi, turchesi e porpora, che si fondono e si contrappongono simultaneamente. La superficie del quadro appare movimentata, quasi pulsante, come se vi fosse una tensione interna che spinge in direzioni opposte. Questa combinazione cromatica potrebbe rappresentare l’incontro di forze antagoniste, ciascuna delle quali cerca di prevalere senza mai realmente sopraffare l’altra. La texture richiama il concetto di trasformazione costante: le sfumature che si sovrappongono suggeriscono un dialogo visivo tra opposti, dove ogni colore si evolve verso una nuova tonalità, creando un effetto di transizione e fusione. In ‘Enantiodromia’, la dualità non è mai risolta, ma piuttosto abbracciata, offrendo una rappresentazione visiva del concetto di equilibrio dinamico e della naturale alternanza tra ordine e caos, luce e ombra, quiete e movimento.
COLLISIONE
(50x70x05) garza e pigmenti organici su tela, intrisa di liquami putridi e necrosi
Il dispositivo artistico ‘Collisione’ sembra rappresentare l’incontro dinamico di elementi contrastanti attraverso un intreccio di colori vivaci e texture sovrapposte. I toni predominanti di verde e azzurro, che richiamano elementi naturali come vegetazione e acqua, trasmettono un senso di vitalità e forza primordiale, suggerendo che la collisione non sia solo un atto di distruzione, ma un’energia creativa che rigenera e dà vita. Le pennellate appaiono stratificate, con tratti verticali e orizzontali che creano una griglia irregolare, simbolo di un ordine fragile che emerge dal caos. La struttura stessa della griglia è interrotta da macchie e sfumature che si espandono e si mescolano, come se le linee cercassero di contenere l’energia esplosiva del colore, ma senza riuscirci del tutto. Questo dispositivo artistico può essere letto come una rappresentazione della tensione tra struttura e libertà, tra ordine e disordine. Ogni area della tela diventa una micro-collisione di tonalità e forme, in cui la luce e l’ombra si confrontano e si fondono. ‘Collisione’ invita l’osservatore a riflettere su come, nel confronto tra elementi opposti, si creino nuovi equilibri e possibilità di crescita, suggerendo che ogni scontro porti con sé non solo distruzione, ma anche la promessa di un rinnovamento.
LE QUATTRO STAGIONI DEL PRESENTE
(70x100x05) pigmenti organici su tela
l dispositivo artistico ‘Le quattro stagioni del presente’ evoca un ciclo continuo e mutevole di trasformazione e rinascita, attraverso un’armonia di colori e texture distribuite in una griglia che ricorda una finestra divisa in quattro sezioni. Ogni quadrante rappresenta una parte del ciclo stagionale, ma inserito in un contesto “presente”, suggerendo che i cambiamenti naturali si riflettono anche nella nostra percezione attuale e immediata del mondo. Le tonalità principali vanno dall’azzurro tenue al verde, arricchite da macchie di rosa intenso e rosso, che evocano l’immagine di foglie, frutti e fiori che sbocciano e appassiscono. Queste macchie di colore sono disposte in modo irregolare e sembrano quasi galleggiare sulla superficie, come frammenti di un paesaggio organico e frammentato. La struttura della griglia, con una croce centrale verde, sembra voler contenere queste energie vitali, ma al contempo ne enfatizza la dinamicità e la continua trasformazione. Le imperfezioni, i dettagli e le sfumature all’interno di ogni quadrante rappresentano la complessità e la bellezza effimera di ogni stagione, suggerendo che il “presente” è un concetto fluido, fatto di momenti in continuo divenire. ‘Le quattro stagioni del presente’ invita l’osservatore a riflettere sul tempo ciclico e sulla capacità della natura di rigenerarsi, ricordandoci anche la fragilità e la bellezza della nostra esistenza temporanea.
MODERNA
(70x120x05) ferro, vetro e pigmenti organici su tavola
Il dispositivo artistico ‘Moderna’ evoca un senso di calma e spazialità, con uno sfondo dominato da una tonalità di blu tenue e sfumato. La superficie è segnata da lievi imperfezioni, rilievi e piccole tracce che sembrano rappresentare frammenti di memoria o segni del passaggio del tempo. Questi dettagli materici emergono dalla tela come impronte leggere, che galleggiano in uno spazio indefinito, creando un effetto di sospensione. Gli elementi presenti sono piccoli e delicati, quasi impercettibili, ma ciascuno di essi sembra avere un proprio significato e un posto in questa composizione minimalista. Alcuni punti bianchi e sfocati, insieme a leggere increspature, evocano galassie o costellazioni, come se lo spettatore stesse osservando un cielo notturno attraverso una lente appannata o un fondale marino esplorato in penombra. Questa sensazione di vastità e isolamento invita alla riflessione, suggerendo un viaggio interiore o una contemplazione del tempo che scorre. ‘Moderna’ sembra parlare di una modernità frammentata e silenziosa, in cui ogni segno rappresenta una storia non raccontata, un momento perduto o lasciato indietro. Con il suo stile discreto e le sue tracce appena visibili, il dispositivo artistico invita l’osservatore a scoprire il valore della semplicità e del silenzio, offrendo uno spazio meditativo che stimola la riflessione sulla condizione umana in un mondo sempre più complesso e veloce.
ROSSOROMA
(40x120x05) cemento e pigmenti organici su tela
Il dispositivo artistico ‘RossoRoma’ si presenta come una distesa pulsante di rosso intenso, vivace e profondo. La superficie è percorsa da una texture irregolare, segnata da piccole abrasioni e scrostature che lasciano intravedere strati sottostanti. Queste variazioni di colore e materia interrompono l’uniformità del rosso, creando un effetto di vissuto e di usura che richiama la patina del tempo. Il rosso dominante rimanda immediatamente ai colori tipici dell’architettura di Roma, evocando le antiche mura e i segni lasciati dai secoli sulla città eterna. Le screpolature e le zone in cui emerge il grigio conferiscono al quadro una dimensione tattile, quasi tridimensionale, che invita l’osservatore a immaginare le storie nascoste dietro queste superfici corrose. L’opera sembra voler raccontare la bellezza della decadenza, l’estetica del deterioramento e della stratificazione, simboleggiando una Roma in continua trasformazione, ma sempre ancorata al suo passato. ‘RossoRoma’ appare come un frammento della città stessa, un dettaglio che trasporta l’osservatore in un viaggio visivo attraverso la memoria collettiva, dove ogni segno rappresenta un’epoca, un evento, una vita trascorsa. Il rosso, quindi, diventa non solo un colore, ma un simbolo della passione, della forza e della resilienza di una città che continua a rigenerarsi nonostante il passare del tempo. In ‘RossoRoma’, c’è un’energia latente, quasi sotterranea, che pulsa sotto la superficie, rendendo l’opera una rappresentazione potente di Roma stessa: eterna, intensa eppure vulnerabile.
SYNÉCHEIN
(120×70) pastelli a cera su tela
‘Synéchein’ è un dispositivo artistico che esplora l’idea di connessione e continuità, temi che emergono dalla texture stratificata e dalla composizione fluida del quadro. La figura centrale, appena delineata, sembra evocare una presenza eterea, un’entità sospesa tra luce e ombra, tra definizione e dissolvimento. La forma, simile a una figura umana ma ambigua, è avvolta in un’aura di colori tenui e sfumati che vanno dal blu profondo al giallo tenue, con tocchi di arancione e di grigio. Il titolo ‘Synéchein’, che in greco significa “tenere insieme”, riflette l’essenza del dispositivo artistico, dove gli elementi visivi sembrano intrecciarsi e fondersi l’uno nell’altro. I colori e le trame non sono rigidamente separati, ma si amalgamano, creando un continuum visivo che rispecchia la complessità dell’esperienza umana e la natura dell’esistenza stessa: una costante tensione tra coesione e frammentazione. Questa figura indistinta, quasi in dissolvenza, potrebbe rappresentare lo spirito umano, un’essenza che cerca di mantenere una forma e un’identità nonostante la fluidità e la mutevolezza dell’ambiente circostante. È come se il dispositivo artistico catturasse un momento di transizione, un istante in cui qualcosa di definito sta per sfuggire o qualcosa di nuovo sta per emergere. ‘Synéchein’ invita l’osservatore a riflettere sulla propria percezione della realtà, sfidando i confini tra il fisico e il metafisico, tra il visibile e l’invisibile. La trama intensa e la scelta cromatica delicata creano un’atmosfera contemplativa, dove lo sguardo si perde e si ritrova continuamente, simboleggiando il tentativo umano di comprendere e “tenere insieme” le parti frammentate della propria esistenza.
ENTRARE FUORI USCIRE DENTRO
(70×100) grafite e pastelli a cera su carta
Il dispositivo artistico ‘Entrare fuori uscire dentro’ si presenta come un intricato intreccio di linee e strati di colore che creano una complessa trama visiva. I toni dominanti – rosso, arancione, giallo e tocchi di nero – si sovrappongono, dando vita a una sensazione di movimento caotico e al contempo strutturato. Le pennellate e le linee sembrano delineare un percorso indefinito, un labirinto che guida l’occhio dell’osservatore a perdersi e ritrovarsi in una continua esplorazione spaziale. Il titolo stesso, ‘Entrare fuori uscire dentro’, evoca un gioco di opposizioni che suggerisce una riflessione sull’interiorità e sull’esteriorità dell’essere. Le linee scure e le ombre che emergono sembrano tracciare confini che vengono costantemente attraversati e messi in discussione. L’opera rappresenta una sorta di viaggio interiore, un passaggio fluido tra ciò che è dentro e ciò che è fuori, in un ciclo che si ripete e si rinnova. La sovrapposizione dei colori e delle linee suggerisce una visione stratificata della realtà, in cui ogni livello dell’esperienza umana è connesso agli altri in un flusso ininterrotto. La scelta cromatica – con tonalità calde e intense – richiama emozioni profonde, come la passione, il conflitto e la tensione, creando un’atmosfera emotivamente densa. ‘Entrare fuori uscire dentro’ sembra porre una domanda esistenziale: dove finisce l’interiorità e dove inizia l’esteriorità? È un dispositivo artistico che invita l’osservatore a riflettere sui confini personali, sui cicli di apertura e chiusura verso il mondo e su come questi movimenti possano plasmare la nostra identità. Il dispositivo è stato realizzato dall’artista bendato, nel corso di una performance.